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MUSEO DEL PARCO
Portofino
Centro Internazionale di Scultura all'Aperto

Introduzione

Curatrice Museo Serena Mormino

Il Museo inaspettatamente sorge nel Parco Botanico del Monte di Portofino, creando una scenografia inconsueta e preziosa. Non esistono sale dedicate ad un solo artista o ad una specifica corrente, nessuna parete modulabile, nessun cristallo che protegge ma al contempo allontana lo spettatore dalle opere; qui è la natura il teatro perfetto per far vivere l’Arte ed emozionare lo spettatore, lasciandolo libero di passeggiare nelle terrazze naturali del monte, scoprendo emozioni e suggestioni diverse con il crescere o il calare del sole, con l’alternarsi delle stagioni e del profumo dell’aria e del mare circostante.
La collezione museale è in un continuo ed importante arricchimento, affiancando la tradizione artistica italiana e straniera del Novecento all’arte di questo nuovo millennio, in un luogo dove la natura, unica vera sovrana del mondo, ha generosamente e sapientemente creato un luogo di rara bellezza e fascino.

L’intervento umano, in questo luogo incantato, difende la bellezza paesaggistica e culturale, offrendo al pubblico un’altra rara ricchezza… l’Arte. E’ stato creato un connubio talmente perfetto tra vegetazione ed espressione artistica, da renderle un’unica identità, dimostrando che l’Arte ha una capacità quasi divina e, quindi, il dovere di rendere omaggio alla vita.

Una delle prime opere entrate a far parte della collezione è “La Mujer Herida” del 1944 di Lucio Fontana, forse il primissimo esemplare di lacerazione, prima gestualità degli storici tagli e buchi di colui che ha cambiato la storia dell’Arte. Passeggiando ci imbattiamo in opere di Arman, Benetton, Bocchi, Bricalli, Cascio, Cavina; nel concetto dell’eros interpretato da Ceccobelli, con la sua famosa Clessidra, simbolo della naturale unione spirituale e fisica dell’uomo e della donna, ma anche della complessità dei rapporti tra i due sessi e della confusione dei ruoli. E ancora Cogorno; la magia delle “Cento campane suonano dal mondo” di Corner, accanto all’altro grande Fluxus Patterson; opere dei Galliani e dei Pomodoro; personaggi prendono forma nel Contadino Alchemico di Costa; l’Idolo di Cucchi, il Musico di Ferrari, Le tre grazie di Fiume, il Perseo di Spagnulo e la Bersagliera di Spoerri.

Il Grande Albero di Dova, contrapposto agli Alberi Bruciati di Pastor e alla Foresta di Thun.
Il muro e il limite di noi stessi nei confronti del prossimo, della vita e del nostro essere, realizzato da Daniele Basso, con The Wall, sezione in scala reale del muro di Berlino; la Scala Infinita della Marangoni e la Torre di Man Ray, architetture, forme materie, natura. Ecco che la materia è forma e, come tale, è vita e per Angi è sinonimo di speranza e di comunicazione. Angi usa la materia del suo tempo, la plastica, per dare una seconda possibilità all’uomo, per fargli comprendere che deve ritornare ad essere protagonista assoluto della scena utilizzando materiali del suo tempo. Solo il progresso scientifico può condurci ad un nuovo inizio, ad un “Naturale Rinascimento”, un rinascimento culturale, ambientale, umano comunicato anche da Veronese che violentemente obbliga a prendere coscienza di quanto stiamo facendo al mondo e alla nostra stessa vita.
Alla Natura Beuys nel 1986 rendeva omaggio con la sua Difesa della Natura e le famose bottiglie d’olio. Ancora plastica con i Suricati di Carcking Art Group che da vent’anni scrivono la storia dell’arte contemporanea con la plastica riciclata. La provocazione e la storicizzazione della storia dell’Arte Moderna con l’esasperazione della celebre Merda d’Artista di Manzoni, ad opera di De Molfetta. Le puntine a cui Pasini ha saputo dare vita, accanto al suo grande maestro Mondino.
Emblematiche e riassuntive VOTA ARTE di Hermann e L’art n’existe pas di Vautier.

La Storia, l’Arte sono scritte da ciò che è stato, dagli avvenimenti, dai cambiamenti, da tutto quanto ha lasciato testimonianza di qualcosa che merita essere ricordato. L’Arte stessa è testimonianza storica del vissuto, delle culture, delle sensazioni di ciò che è e di ciò che sarà.
Un Museo, in quanto collezione istituzionale e pubblica, in quanto luogo di incontro, di studio, di confronto e di scrigno di ciò merita essere conservato, deve dare spazio, conservare e far conoscere al suo pubblico la storia dell’Arte, il passato, gli artisti che hanno fatto l’Arte, ma anche il presente e il linguaggio di comunicazione dei contemporanei.
Non è semplice comprendere e giudicare chi tra coloro che con le proprie opere, i propri pensieri, il proprio credo e concettualità sarà realmente testimone del nostro presente, ma è doveroso studiare, osservare attentamente da lontano, per poi avvicinarsi, sperimentare e percorrere con gli artisti di questo millennio, il percorso che l’Arte stessa sta seguendo, sta scegliendo.

Lavorare con i nuovi Maestri è complesso, strategicamente rischioso, ma stimolante, intrigante… percorrere la strada al loro fianco, talvolta guidandoli, talvolta facendosi guidare increduli, significa crescere con loro, diventare parte integrante del loro lavoro, del loro pensiero da cui trarre continuo spunto ed ispirazione e, incredibilmente, contribuire alle loro emozioni, agli spunti di riflessione, alle scelte artistiche ed esistenziali. Spesso significa imparare a conoscere meglio anche il proprio essere; permettere di farsi trasportare dalle emozioni che l’Arte e solo l’Arte sa suscitare, è lasciarsi andare ai pensieri, alle sensazioni, per qualche istante totalmente privi di condizionamenti e di vincoli. Ecco allora che avere l’opportunità di seguire l’espressione artistica dei contemporanei permette di comprendere con maggiore intensità e consapevolezza il nostro quotidiano, la nostra epoca… gli artisti sembrano essere dotati di un senso che agli “umani” non è dato conoscere; percepiscono il presente ed il futuro con chiavi di lettura più complete, quasi fossero premonitori di ciò che sarà.

La storia ci ha insegnato tecniche, movimenti, materiali e il loro uso; oggi avvicinarsi all’Arte contemporanea spesso significa rivedere e rivalutare ogni schema, ogni dettato, ogni convinzione, ma anche ogni tecnica di lavorazione dei componenti; sono cambiate le materie considerate “degne” di essere plasmate da coloro che hanno doti che un tempo erano considerate divine e sovrannaturali. L’artista si avvicina sempre più al quotidiano, all’uomo comune, lavorando materiali comuni, troppo spesso giudicati ancora indegni, ma oggettivamente contemporanei.
Angi e Cracking Art Group, per citare uno dei maggiori esponenti del nuovo millennio e il gruppo che da oltre vent’anni lavora idrocarburi e scarti derivati del petrolio, scrivono che come è storicizzata l’Era della Pietra, l’Era del Bronzo, oggi siamo protagonisti dell’Era della Plastica ed è quindi doveroso creare Arte partendo da questo materiale che, in quanto derivato del petrolio, non è altro che il vissuto del nostro pianeta.

Comunemente e giustamente si continuano ad identificare il marmo e il bronzo come materia principe per la realizzazione di opere scultoree, ma dobbiamo prendere coscienza della nostra epoca e imparare a considerare anche le plastiche, le resine, materiali degni di essere “ingredienti” pregiati per essere plasmati e trasformati in opere artistiche, testimoni del nostro tempo e che un giorno, forse, saranno considerati oggetti antichi.
Gli artisti hanno l’arduo compito di testimoniare il loro presente; nei secoli scorsi non esistendo la fotografia, i fiamminghi ritraevano scene di guerra e di caccia a testimonianza storica da tramandare ai posteri; oggi molti Maestri contemporanei scelgono di usare un materiale comune e problematico come la volgare plastica per scrivere il loro percorso e comunicare con i loro fruitori; una scelta ardua, complessa, considerata poco nobile, ma coraggiosa e capace di avvicinare all’Arte anche un pubblico più giovane e disattento o poco attratto, più per mancanza di conoscenza che per mancanza di passione.

L’Arte è un linguaggio e, come tale, si evolve nel tempo, si modernizza, si inquina di influenze esterne, migliora per maggiore conoscenza, talvolta diventa più volgare in senso proprio perché maggiormente diffuso; nessuno ha autorità e vera consapevolezza per dare sentenza se questo sia un bene o un pericolo; il tempo, il mercato, la critica, i posteri potranno forse dare un giudizio oggettivo, ma ci sarà nuovamente qualcosa di nuovo di inconsueto da analizzare… è la magia della vita, del cambiamento, del continuo desiderio dell’uomo di apprendere, di sperimentare, di crescere, di vivere…

Il giorno VII del mese di Agosto 2012

Serena Mormino

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Serena Mormino con NusBbaum

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Serena Mormino Con Marco Lodola

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Serena Mormino con Gillo Dorfles