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Centro Internazionale di scultura all’aperto
PORTOFINO

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MUSEO DEL PARCO
Portofino
Centro Internazionale di Scultura all'Aperto

Durante uno di quei piacevoli incontri - haimè non così frequenti come si sarebbe sperato - con il Maestro argentino, seduti al suo solito tavolo da Maxim - affascinante e carico ristorante del centro di Buenos Aires - insieme al suo intimo braccio vedente Roberto Alifano ed al prezioso e comune amico Alberto Galardi, affrontando uno dei molteplici temi che solitamente quegli stimolanti incontri producevano, dai viaggi ai luoghi, dall’estetica all’arte, fu dall’argomento scultura che scaturì una timida domanda: è possibile sperare da Borges in un suo pensiero sulla scultura?
Dopo alcuni giorni Roberto apparve con questo stupefacente pensiero ed oggi grazie ad Alberto, è per tutti noi.
Presidente
Daniele Crippa
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Jorge Luis Borges

Presentazione
di
JORGE LUIS BORGES

Per fortuna nessuno - diciamo a Parigi o a New York - ha commesso l’insensatezza di sperimentare una scultura pura, che prescinda dalla visione e che si limiti ai piaceri tattili dello spigoloso, del rugoso, del vitreo, del metallico, del liscio, del convesso, del concavo e dello scabro. Un’opera scultorea è notoriamente visuale e quasi si potrebbe dire infinita, poiché possiamo contemplarla da angolazioni quasi infinite. Nel caso delle effigi equestri, raggiunge l’epopea.
In questo momento ricordo il Gattamelata e il Colleoni, quei due bronzi che si guardano dai confini di Padova e di Venezia.
Ricordo in una piazza del Sud la statua di Lee, gli occhi rivolti verso il Nord.
Ricordo di aver toccato un petalo del fiore di loto su cui è seduto il Budda di Nara, alto e terribile.
Ricordo di aver toccato la Sfinge, che Erodoto vide e definì, carica di Sahara e di tempo.
Ricordo le grandi forme di Henry Moore, che stanno per diventare umane, e che non perdono la loro magia.
Ricordo infantilmente due leoni vittoriani di marmo, ai piedi di una scala di marmo, che giocano con serpenti nella sala di una stazione ferroviaria.
Le sculture sono corpi tra i corpi, sagome foranee che l’invenzione degli uomini cala tra gli altri che popolano lo spazio e la cui immagine, secondo l’idealismo, può essere lo spazio.
Curiosamente il suo carattere materiale accentua il suo carattere fantastico.
Ogni statua è un Gòlem.
Gli psicoanalisti hanno divulgato un gioco di società, che consiste nel chiedere ad ogni persona che cosa gli suggerisce una data parola.
Lascio scritto qui ciò che mi suggerisce la parola scultura.

Jorge Luis Borges
Buenos Aires, quattordici di giugno del 1983

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